Recensione

(2006)

Gianluca Iuliitti nasce a Porto San Giorgio il trentuno dicembre millenovecentosessantotto.
Il cammino artistico inizia con la fotografia, dove a modo di conoscere e frequentare poeti ed artisti assorbendo da quest'ultimi la passione della pittura , divenendo cosi anch'egli un artista della tela molto apprezzato per la prospettiva atipica delle sue opere.
Erede inconsapevole delle avanguardie più disparate del xx secolo egli le cita ed al contempo le rovescia con un segno in perenne bilico tra l'istintivo ed il controllato. L'informale dagli anni cinquanta (di cui l'artista nostrano ne ha assorbito l'intima poesia) proclamò una rinuncia alla forma e al suo ideale estetico, la pittura non è veicolo di forme altre, ma presentazione e valorizzazione della materia stessa.
Iulitti non rinuncia alla forma ma non rinuncia neanche alla materia in un connubio singolare ma felice; la materia è presentata e rappresentata insieme.
L'artista prende in prestito un modus operandi degli artisti informali e lo piega alle esigenze della sua interiorità.
Così come si appropria del valore del gesto dell'action-painting, gesto che piegato da una volontà tanto profonda quanto inconscia di arginare la violenza dell'atto di lanciare il colore che non è più all-over ma imbrigliato nei confini della tela che recupera un corpo unitario una composizione una struttura propria .
Tutta l'arte del Novecento ha manifestato sempre più l'esigenza di un confronto con il pubblico a volte provocatorio irriverente e volontariamente disorientante, oppure pacato e riflessivo, così posso certamente affermare che anche le opere di Iuliitti, come quelle dei suoi predecessori, hanno bisogno d'un confronto per considerarsi complete, poiché come egli stesso sostiene "l'arte è negli occhi di chi guarda."

Serena Marchionni